Il caso Piquet ha fatto chiacchierare la Formula1 sulla strada per Silverstone. Un vecchio podcast in cui Nelson aveva definito “negretto” Hamilton ha fatto esplodere la F1 scatenando la solidarietà per Lewis da parte di tutti, Red Bull esclusa… ovviamente visto che Piquet e’ quasi suocero di Verstappen.
Il podcast è di novembre. In Formula 1 devono averlo ascoltato adesso: c’è Nelson Piquet che in portoghese usa il termine «neguinho» riferendosi a Lewis Hamilton, il campione del mondo che aveva convinto i piloti a mettersi in ginocchio sulla griglia di partenza prima di un GP, il gesto che chiede eguaglianza e la fine delle discriminazioni.
Il nuovo management di Liberty Media ha limato, ha smussato, ha trattato. Insomma: l’ha eliminato. A Lewis è rimasto Twitter dove scrivere che “non è una faccenda di lingua. È una mentalità arcaica che deve cambiare e che non può trovare posto nel nostro sport. Sono stato circondato da questi atteggiamenti e preso di mira per tutta la mia vita. C’è stato un sacco di tempo per imparare. È giunto il momento di agire”.
La F1 risponde che «Lewis è un incredibile ambasciatore del nostro sport e merita rispetto, i suoi sforzi instancabili per aumentare l’inclusione sociale sono una lezione per moltissimi, una lezione a cui la F1 crede molto».
Daniele Sparisci sul Corriere della sera ricorda che “il 70enne di Rio è il padre di Kelly, attuale fidanzata di Max Verstappen. Per questo c’è imbarazzo negli ambienti della Red Bull. Dalla scuderia di Milton Keynes nessun commento, ma proprio ieri è stato annunciato il licenziamento del pilota di riserva, l’estone Juri Vips, colpevole di aver pronunciato frasi razziste durante un videogame online”.
Nelson Piquet e’ uno che non ha mai curato l’uso delle parole. Dava del finocchio a Senna e della racchia alla moglie di Mansell. Per gli avversari non aveva riguardi. Provocava. Andava sempre oltre i limiti… Hamilton e’ un avversario di Max il fidanzato di sua figlia Kelly e ha usato con lui lo stesso inqualificabile linguaggio che usava con Senna o Mansell. Non sorprende. Ma era insopportabile allora come oggi. Piquet non è razzista e’ semplicemente un uomo che se ne frega del prossimo e dei sentimenti degli altri… E’ sempre stato un grandissimo pilota ma un piccolo uomo e con il tempo non è cambiato. D’altra parte suo figlio Nelsinho che prima accetto’ gli ordini di Briatore andando a schiantarsi appositamente a Singapore (per aiutare Alonso) poi gli si rivoltò contro denunciando la cosa non si era comportato in modo molto differente.
Piquet non e’ razzista e’ solo uno stupido arrogante. Lo e’ sempre stato.
In quest’epoca dove anche solo per un fischio ad una donna si può essere tacciati di violenza, è più corretto attribuire la patente di razzista a Nelson piuttosto che quella più permissiva dell’idiota. Lo è sicuramente ma non perchè ha definito così Lewis ma perchè ancora non ha capito che il mondo è cambiato.
C’è chi vorrebbe cambiare il testo della canzone di Leali “Angelo negro”…