La miglior Red Bull possibile, una Ferrari peggiore del previsto

Per la Ferrari è stato il peggior inizio possibile. Il motore di Leclerc che salta a 16 giri dalla fine, Sainz che scivola giù dal podio pochi giri dopo. Almeno l’anno scorso la Ferrari si rompeva quando era in testa. Andava veloce, ma era fragile. Questa per ora è fragile e pure lenta. Una resa incondizionata fin dalle qualifiche quando Vasseur ha fatto una scelta da squadra di media-bassa classifica rinunciando a cercare la pole per salvare un set di gomme, una mossa da catenacciaro perchè oggi abbiamo visto che sarebbe servita solo a difendersi dalla Aston Martin e non ad attaccare le Red Bull.

Il primo gran premio della stagione ci dice che le Red Bull fanno quello che vogliono. Il loro team principal ha addirittura il tempo di farsi intervistare in diretta tv da Sky. Viaggiano sul velluto, sempre in discesa. Perez ha accusato la bella partenza di Leclerc, ma dopo il primo cambio gomme si è ripreso la sua posizione. A una decina di secondi dal Verstappen, ma mai nel mirino di chi gli stava dietro. La Red Bull corre un campionato a parte. Era dal 1998 che non finiva con un distacco così grande tra i primi due e il resto del mondo nella gara inaugurale. Alonso è arrivato a 38″6 da Verstappen.

E adesso non diciamo che un anno fa le Red Bull non finirono il primo gran premio ma poi vinsero il mondiale e Leclerc potrebbe fare altrettanto in questa stagione. La SF-23 non ha la velocità e neppure la solidità per sognare. Per ora è la fotocopia di un classico cantiere italiano, quello dove i lavori cominciamo, ma mon finiscono mai. Che in gara potessero mancare le prestazioni era purtroppo prevedibile dopo i risultati dei test. ma che improvvisamente sparisse anche l’affidabilità è un guaio imprevisto.

Leclerc è sconsolato: “In questo weekend non avevamo le prestazioni. Loro sono troppo lontani, devono avere trovato qualcosa perchè in qualifica siamo a 1 decimo e in gara loro sono di un’altra categoria”. Se poi arriva anche la rottura del motore il quadro è davvero tetro. Chissà se Charles sarebbe riuscito a resistere al ritorno di Fernando Alonso che con le gomme hard ha fatto un ultimo stint da vecchio leone.

Il mondiale è a rischio. Se non succederà qualcosa per ora di imprevedibile, la Red Bull sembra aver trovato la formula dell’imbattibuilità. Ha migliorato un’auto già perfetta (17 vittorie l’anno scorso), mentre la concorrenza non ha fatto quei passi avanti promessi e previsti. La Ferrari che sul giro secco era competitiva, in gara ha ceduto di botto come un anno fa. Ma almeno lo scorso anno capitava con Leclerc in fuga davanti agli avversari.

Binotto non c’ più, ma mi pare di poter dire che c’è ancora molto da capire e da spiegare.

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umberto zapelloni

Nel 1984 entro a il Giornale di Montanelli dove dal 1988 mi occupo essenzalmente di motori. Nel gennaio 2001 sono passato al Corriere della Sera dove poi sono diventato responsabile dello Sport e dei motori. Dal marzo 2006 all'aprile 2018 sono stato vicedirettore de La Gazzetta dello Sport

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