Bandiere ammainate sui quotidiani italiani. Da tutto a niente. Dal Rosso all’Arancione comne titola l’Equipe. La botta di Barcellona però è stata ben assorbita… anche se in Ferrari non hanno ancora capito esattamente che cosa abbia procurato la rottura del motore di Leclerc (e se quelle dei motori di Bottas venerdì e di Zhou in gara siano per caso assimilabili).
Rassegna stampa
Giorgio Terruzzi, Corriere della sera: “Una domenica da capricci del destino. Però, stavolta, i motivi di consolazione sono potenti quanto la delusione. Motivo: quella spagnola era una corsa della verità. O, almeno di una mezza verità, visto che alla fine mancano 16 tappe. E la pista ha mostrato una Ferrari più veloce in qualifica e più efficiente in gara, Il retrogusto, insomma, è diverso da quello di altre, recenti domeniche, con Verstappen inesorabilmente più attrezzato sulla distanza. Anzi, persino l’iperpremiata casa Red Bull, maneggia qualche preoccupazione nuova. C’è solo un’ombra da chiarire: una power unit può saltare, ma serve capire la ragione profonda del guasto, cosa che solo a Maranello potranno appurare”.
Stefano Mancini, La Stampa. “L’ultimo ritiro per cause tecniche risale al settembre 2020, Gran Premio d’Italia, problema ai freni per Vettel. Il penultimo stop toccò a Leclerc nell’agosto dello stesso anno proprio a Barcellona, causa noie all’impianto elettrico. Stavolta è stata una componente della power unit a cedere. In un primo momento è stata fatta l’ipotesi del b, ma per saperlo con certezza bisognerà attendere in giornata che i tecnici facciano le loro ispezioni in fabbrica a Maranello”








