Sui quotidiani italiani si celebra il ritorno della vera Ferrari dopo la batosta belga. Il venerdì olandese, pieno di guai per l’eroe di casa Verstappen, restituisce il sorriso ai ferraristi.
Stefano Mancini su La Stampa si domanda: “Qual è la vera Ferrari, quella impacciata di domenica scorsa a Spa o quella subito brillante ieri nelle prove libere del Gran premio di Olanda? Entrambe. La F1-75 è veloce e capricciosa: quando scende in pista e segna il miglior tempo già al primo giro del venerdì, allora è imbattibile, almeno in qualifica (gli errori in gara sono un discorso a parte): 9 pole position a 4 per la Ferrari, è il bilancio a otto gare dalla fine. La decima è prenotata. Il circuito di Zandvoort restituisce la Ferrari dei giorni migliori. Era previsto che qui a Zandvoort andasse forte, così come qualche difficoltà in più incontrerà a Monza”.
Il Corriere della sera racconta che “la Ferrari fa paura agli Orange” e Daniele Sparisci scrive: “La Red Bull è indecifrabile. Ha interesse a mantenere un profilo basso. Christian Horner e Helmut Marko hanno smentito l’esistenza di un telaio leggero da far debuttare a Singapore, dopo che la Ferrari aveva avanzato sospetti sulla sostenibilità finanziaria dell’operazione. Ma la smentita non tiene”.
Mentre l’Italia con il motore al posto del cuore s’illudeva nelle settimane scorse sul conto della rimonta Ferrari e di Leclerc, tutto il mondo intorno pare abbastanza convinto che Max Verstappen sia un animale unico, o come dice Tom Cary sul Telegraph “il solo in F1”. Se è solo, si domanda il giornale inglese, “perché non è più rispettato? L’olandese quest’anno ha sbagliato pochissimo e con nove vittorie già al suo attivo, potrebbe battere il record di 13 in una stagione. Max Verstappen ha già conquistato il titolo questa settimana e non siamo nemmeno arrivati alle qualifiche del GP d’Olanda. Il leader del campionato potrebbe festeggiare il suo secondo Mondiale consecutivo già a Singapore, tra un paio di gare, se i risultati continueranno ad andare per il verso giusto”.
Giovedì è stato nominato ufficiale dell’Ordine di Orange-Nassau nel suo Paese, così alla Red Bull lo prendono in giro, gli chiedono se devono chiamarlo Sir Max, Lord Max o Super Max. “Verstappen cerca di minimizzare – continua il racconto del Telegraph – ma non c’è dubbio che sia l’uomo qui a Zandvoort. Le orde di fan che si stavano dirigendo dalla stazione di Amsterdam Centraal a Zandvoort aan Zee in treno, venerdì mattina, erano quasi un uomo solo, tutti vestiti con una replica del kit Red Bull. O con le magliette arancioni Verstappen 33. Qualcuno portava una strana maglia da calcio olandese con il nome di Marco van Basten, quella del 1988. Non potrebbe esserci tributo più grande per il pilota. Se la F1 è in piena espansione nei Paesi Bassi, il motivo è Verstappen”.