Rassegna stampa: Ferrari nascosta o in crisi?

Prima giornata di prove della stagione e primi commenti. Alla ricerca della Ferrari che non c’è ancora, scoprendo un super Alonso.

Su Sportweek parla Vasseur. Su Repubblica De Vries. Alonso a tutta pagina sulla prima di Marca. Ecco un passagio della bella intervista di Gigi Perna a Vasseur su SportWeek. Alla domanda “Di che cosa ha bisogno la Ferrari per vincere il titolo piloti che manca dal 2007?” Fred risponde: “Abbiamo mezzi, risorse e uomini, ma anche laMercedes e la Red Bull dispongono delle stesse forze. LaF.1 è la competizione più serrata al mondo. Sappiamo che non potremo sistemare tutto in sei mesi. Dobbiamo restare freddi e concentrati nei momenti importanti. I latini tendono a essere troppo emotivi e ad avere reazioni eccessive, nel bene o nel male. Io mi devo assicurare chenel team non succeda. Uno dei primi discorsi che ho fatto alla squadra è stato proprio questo. Ho detto: “Se saremo primi al debutto in Bahrain non vorrà dire che avremo vinto il Mondiale e viceversa non lo avremo perso se saremo quinti”. Cambiare mentalità è il passo più grande che dobbiamo fare in Ferrari“. Con tutto il rispetto, dico io, non è che con Binotto la Ferrari abbia pensato di aver vinto il Mondiale dopo le prime tre gare dello scorso anno…

Scrive Stefano Mancini su la Stampal’Aston Martin ha spinto il motore al massimo, mentre la Red Bull si tiene sempre un margine per le qualifiche. Ma intanto il segnale forte è stato mandato. Quella che sembra uno scivolo verso la pensione si trasforma magicamente nell’occasione della carriera. L’ultima. Alonso è finito in una squadra competitiva che gli promette un futuro compatibile con l’anagrafe. Dietro al progetto vincente della Aston Martin c’è anche un italiano a capo degli ingegneri, Luca Furbatto, e un pacchetto di tecnici presi dagli altri team. Suo compagno di squadra è Lance Stroll, figlio del proprietario della scuderia Lawrence. Qualche giorno prima dei test, Lance si è rotto il polso destro cadendo in bici (gira voce che se li sia fratturati entrambi), è stato operato e si è messo ieri alla guida malgrado il dolore. Nelle riprese dalla camera car lo si vede mentre cambia l’impugnatura sul volante per sfruttare la forza del braccio sinistro, quello meno malconcio

Daniele Sparisci sul Corriere della sera racconta la genesi della scena a cui assistiamo oggi. Per spiegare il ghigno dello spagnolo ieri bisogna tornare a oltre un anno fa. A quando la Red Bull ha provato (inutilmente) a bloccare il passaggio di Dan Fallows all’Aston Martin. Era uno dei capi dell’aerodinamica, fra più stimati da Adrian Newey. Si è spostato di pochi chilometri, portando nel nuovo ufficio di Silverstone una valigia piena di segreti tecnici. E con lui altri ingegneri di punta — l’italiano Luca Furbatto, il francese Eric Blandin, ex Mercedes — sedotti dalle generose offerte del miliardario canadese Lawrence Stroll. Fernando, avendo buone informazioni, ha salutato l’Alpine per salire su un treno lanciato. Era il Frecciaverde”.

Fulvio Solms sul Corriere dello sport-stadio si concede una sospensione di giudizio: La sorpresa ha fatto cadere le mandibole di Red Bull e Ferrari che, al contrario dell’Aston Martin, sono più o meno lì dove ci si aspettava. Ma è netto vantaggio dei bibitari, subito alle spalle di Alonso. E il fatto che Verstappen e Perez abbiano fatto segnare praticamente lo stesso tempo suggerisce che Max debba ancora cominciare a fare sul serio

Sul Foglio sportivo  io ho scritto che proprio in gara, sulla distanza, Alonso riesce ancora ad essere uno dei migliori. In pochi sanno leggere le gare come lui, sanno gestire le gomme, aggredire i doppiati. Se in qualifica, specialità in cui non è mai stato un fenomeno (solo 22 pole in 355 gare), ha perso qualcosa, sempre che la pista non sia bagnata o le condizioni atmosferiche incerte, in gara è ancora un maestro.  Difetti? Eccoli. Dove Fernando eccede un po’ è quando dice che il giovane Stroll ha il talento per diventare campione del mondo. Va bene che il papà gli paga lo stipendio, ma forse dovrebbe stare più attento con le parole. D’altra parte l’uso della lingua è sempre stato un suo problema. Fernando è uno che non considera i danni che può fare con le parole. Ha guastato l’ambiente in Ferrari, lo stesso in McLaren arrivando a far cacciare i giapponesi della Honda poi diventati campioni con Red Bull. Con una gestione più oculata delle sue parole avrebbe probabilmente vinto di più. Due titoli mondiali sono pochi se consideriamo il suo talento.

Formula Passion scrive che la Ferrari forse un po’ si nasconde e un po’ combatte con qualche difetto aerodinamico di gioventù, mentre Gianluca D’Alessandro su Motorsport considera: Dalla prima giornata sono emersi due aspetti interessanti: il primo è che, nonostante il fastidioso sottosterzo riscontrato in mattinata sia dal numero 16 che da Carlos Sainz, con il passare dei giri in casa Ferrari sono riusciti a trovare una direzione da seguire, tanto che Leclerc si è dichiarato complessivamente soddisfatto del bilanciamento della monoposto grazie al lavoro compiuto per avvicinarla al proprio stile di guida. Il secondo riguarda le altezze da terra e l’assetto, dove la SF-23 è sembrata tra le più estreme nell’esplorazione del limite tra rigidità e la ricerca del carico dal sotto-vettura.

Ne scrive nel dettaglio con la consueta perizia tecnica Paolo Filisetti sulla Gazzetta: “Ferrari e Red Bull hanno mandato in pista una monoposto con un retrotreno molto basso, per incrementare il carico generato dal fondo vettura. Lo testimoniavano gli evidenti “spanciamenti” (bottoming) del fondo a contatto con l’asfalto, che in corrispondenza dei pattini metallici producevano una scia di scintille sia per le sconnessioni sul terreno, sia per le oscillazioni (più evidenti per la SF-23) legate a un porpoising residuo che si è manifestato anche nei curvoni veloci, e di cui è stato vittima soprattutto Carlos Sainz. Nel paddock di Sakhir, prima della seconda sessione si era sparsa la voce, alimentata anche da indiscrezioni emerse già dopo i test, che la Red Bull avrebbe dovuto alzare la RB19, in quanto gli urti sull’asfalto avrebbero determinato un eccessivo consumo della tavola in resina, portandola a uno spessore minimo inferiore a quello regolamentare, ma anche a potenzialmente causare danni al fondo in carbonio, con ripercussioni sulla meccanica. Sembra, però, che la scelta di adottare altezze minime, nell’ordine dei 5 mm in meno rispetto ai rivali, alla fine sia stata mantenuta e, come detto, sia stata condivisa anche dalla Ferrari.

Sky Sport aggiunge che poi c’è quell’ala posteriore che abbiamo visto traballare, ma è solo il primo venerdì della stagione

Ed ecco anche gli sportivi. da segnalare che Tuttosport dedica un lungo speciale alla F1 che parte oltre alle due pagine interne.

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umberto zapelloni

Nel 1984 entro a il Giornale di Montanelli dove dal 1988 mi occupo essenzalmente di motori. Nel gennaio 2001 sono passato al Corriere della Sera dove poi sono diventato responsabile dello Sport e dei motori. Dal marzo 2006 all'aprile 2018 sono stato vicedirettore de La Gazzetta dello Sport

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