Rassegna Stampa: gloria a Verstappen e timori Ferrari

Rassegna stampa del MexicanGp con temi obbligati: Max Verstappen ha vinto in Messico il 14° GP stagionale, uno in più dello Schumacher 2004 e del Vettel 2013, facendo segnare il nuovo primato nella storia della Formula 1. Dopo una qualifica al di sotto dei suoi consueti standard, la Ferrari ha vissuto una delle peggiori domeniche dell’anno, chiudendo al quinto posto con Carlos Sainz e al sesto con Charles Leclerc. Ora Maranello rischia di perdere anche la seconda posizione nel Mondiale costruttori. 

Ecco la Rassegna stampa di http://www.loslalom.it 

Repubblica (anche oggi senza firme): È il più forte e la sua blu vola ovunque e comunque, non soffre niente: le gomme, l’altitudine, le chiacchiere.  Insaziabile. Senza rivali. Vola oltre i malumori e i sospetti, buca l’aria rarefatta di queste altitudini e si prende il Messico per la quarta volta in vita sua (2017, 2018, 2021), sfatando pure il tabù che nessun poleman da 5 edizioni era riuscito a mantenere la prima posizione sotto la bandiera a scacchi.

Fulvio Solms, Corriere dello sport-stadioIn altura a Città del Messico come sul mare di Zandvoort, che la pista sia veloce o lenta, asciutta o bagnata, con qualsiasi mescola di gomma dalla plastilina al marmo, Max Verstappen non riesce più a perdere. Lui s’è lamentato di continuo – del bilanciamento e delle cambiate, del traffico e delle gomme – mostrando di aver imparato molto dall’irresistibile Lewis Hamilton degli anni passati. E così, chiagnendo e facendo altro, come si dice a Napoli, l’olandese s’è assicurato il record di vittorie in un anno

 Umberto ZapelloniIl GiornaleNegli ultimi gran premi chi parte di fianco a Max sbaglia la partenza. È capitato ai ferraristi in più di un’occasione, è successo anche a Russell che scattava in prima fila, ma dopo due curve era già quarto, dietro a Hamilton e Perez. Sarà un caso, ma sta capitando tutte le domeniche

 Daniele SparisciCorriere della seraNell’allungare a dismisura il calendario la F1 dovrà riflettere su questo finale di stagione a senso unico. Meno male che le nuove regole avrebbero dovuto assicurare maggiore equilibrio in pista. Macché. La Ferrari, dopo la peggiore qualifica della stagione, ha fatto la peggiore gara del 2022 in termini di prestazioni. Sembra di tornare a un anno fa quando la Rossa lottava nel grigiore. Ma si era già capito che sarebbe andata così: macchina «scivolosa», assetto introvabile, ma soprattutto motore sgonfio, lontanissimo dai picchi di inizio stagione. In Messico è stato fatto un ulteriore passo indietro sulla potenza, per scongiurare rotture su un circuito severissimo per le power unit

 Stefano Mancini, La StampaLa stagione del Cavallino declina in modo lento e inesorabile. La F175 ha cominciato il campionato da prima della classe, a metà strada ha subìto il sorpasso da parte della Red Bull, ora è uscita dalla top 4. Nel Gp del Messico la Mercedes è stata davanti, inutile dare la colpa all’aria rarefatta che è uguale per tutti e c’è da quando il circuito intitolato ai fratelli Rodriguez ospita la Formula 1.  Qualcosa è cambiato, se ne lamentano anche i piloti. A fine qualifiche, Leclerc aveva chiesto che cosa di colpo non avesse funzionato nella guidabilità. La Ferrari che verrà sarà l’erede di quella splendida debuttante che ha vinto due delle prime tre gare oppure sarà figlia di quella difficile da gestire delle ultime apparizioni? La Red Bull è di nuovo troppo avanti per poter essere raggiunta in un inverno.

  Fabio Tavelliil FoglioSe andiamo ad analizzare gli ultimi 4 gran premi normalmente in calendario c’è da spaventarsi. Ad Abu Dhabi, ultima gara della stagione e in calendario dal 2009, la Ferrari non ha mai vinto. In Messico una rossa non vince dal 1990 (!). A Interlagos (dove si correrà tra 15 giorni) negli ultimi dieci anni la Ferrari ha vinto solo una volta nel 2017 ma con il titolo ormai conquistato da Hamilton. A Austin un solo successo: 2018 con Raikkonen a mondiale ampiamente andato. Dal 2011 in poi la Ferrari ha vinto una gara in ottobre e una sola in novembre. Quindi? Niente, ci si consola nel vedere sul podio un ingegnere italiano (Lambiase, di Verstappen) o uno spumante trentino beffardamente chiamato Ferrari. Sarà certamente tutta colpa del budget cap sforato dalla Red Bull. L’unica speranza per i sostenitori della Ferrari è che tutto l’impegno sia ormai da tempo rivolto alla prossima stagione. Anche se ormai il ritornello: “quando vinceremo il Mondiale? L’anno prossimo!” sta cominciando a stancare.

 Luigi PernaLa Gazzetta dello sportIl momento è simbolico. Max Verstappen scende dalla sua Red Bull, dopo avere stabilito un record storico, e il primo a stringergli la mano è il grande rivale Lewis Hamilton, quasi fosse un passaggio di consegne.

 Giorgio Terruzzi, Corriere della sera: “Lewis Hamilton tiene botta.  Correrà, dice, ancora a lungo. Esprime pensieri liberi e talvolta scomodi; ha perso lo scorso anno un titolo che in molti considerano suo, per poi incappare in una rivincita mancata causa affanni Mercedes. Altri, con il suo curriculum, il suo conto in banca, avrebbero accusato il colpo, manifestato un disamore, qualche segno di flessione. Lui: zero. Cresce invecchiando, abbina esperienza al solito talento.

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umberto zapelloni

Nel 1984 entro a il Giornale di Montanelli dove dal 1988 mi occupo essenzalmente di motori. Nel gennaio 2001 sono passato al Corriere della Sera dove poi sono diventato responsabile dello Sport e dei motori. Dal marzo 2006 all'aprile 2018 sono stato vicedirettore de La Gazzetta dello Sport

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