Oggi è il compleanno di Ayrton Senna. Il sessantunesimo. Ricordo quante volte andando verso il Gran premio del Brasile a San Paolo sono passato a trovarlo sulla collina verde di Morumbi, là dove giace il poeta dal maggio del 1994. A fine marzo compiva gli anni e il canpionato ripartiva. Il primo giorno di primavera è il primo giorno di Ayrton. Negli anni gli ho dedicato libri, raccolte in dvd (con il mitico Ezio Zermiani ai tempi della Gazzetta) , post . Questa volta mi hanno chiesto da Gimemez Edizioni di dedicargli un capitolo nel loro libro “Qui giace il poeta“.

E’ il racconto di Ayrton visto proprio dal luogo in cui riposa e dove oggi vorrei posare un fiore.
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Oltre cinquanta autori italiani e stranieri – tra scrittori, artisti, editori, giornalisti, librai e blogger – accomunati dalla passione per i viaggi sulle tombe di poeti e romanzieri. Tombe sfarzose, come quella di Oscar Wilde, o semplici lapidi in un prato, come quelle di Jack Kerouac e James Joyce, tombe ospitate in cimiteri celebri – il Père-Lachaise di Parigi o l’acattolico di Roma – oppure nascoste in mezzo a monti desertici, coperte dal segreto di un monastero, come quella di Javsandamba Zanabazar, artista e poeta mongolo, in patria venerato come un santo. Tombe che raccolgono ossa e ceneri, niente di più, ma che sono spesso meta di trascinanti pellegrinaggi.
Perché, quando si ama visceralmente un poeta o uno scrittore ormai morto e sepolto, non bastano le parole che ha lasciato, non sono sufficienti i diari, le lettere, le biografie e le autobiografie. Quando si ama qualcuno che non c’è più, arriva sempre il giorno in cui si fa irresistibile il desiderio di “vederlo ancora una volta”, andare a trovarlo dove giace per sempre.
Cosa si prova – quali emozioni, ricordi, riflessioni scattano – quando ci si trova di fronte alla tomba di un artista amato? Che storia c’è, dietro quella lapide? E che storia c’è, dietro quel pellegrinaggio? Di questo scrivono gli autori coinvolti: hanno compiuto il loro pellegrinaggio e ce lo hanno raccontato. Massimiliano Governi sulla tomba di Sandro Onofri, Daniele Mencarelli sulle tracce di Camillo Sbarbaro, Barry Gifford tra i cimiteri di Parigi e Venezia, Matteo Trevisani in ricordo di Giordano Bruno, Giovanni Dozzini in cerca di Elio Vittorini, Tyler Keevil tra le brughiere gallesi con Dylan Thomas, Nicola Manuppelli sulle tracce di William Butler Yeats e molti altri ancora.
Alcuni di loro hanno scelto di descrivere che fine abbiano fatto, post mortem, alcune coppie celebri della letteratura, altri si sono avventurati anche tra tombe di personaggi che, nel loro ambito e a loro modo, potevano definirsi poetici. Insieme compongono un mosaico di pellegrinaggi
letterari su tombe di poeti, scrittori e artisti, per parlare, attraverso la morte, della vita e dell’arte.
Lo potete trovare qui https://www.amazon.it/Qui-giace-un-poeta/dp/8832036215



Campione infinito. Chissà dove sarebbe arrivato se non fosse capitato l’incidente a Imola. Magari avrebbe trovato sulla sua strada il giovane Schumi che già stava emergendo e sarebbe stata, forse, tutta un’altra storia (Ayrton in Ferrari e Schumi forse no)