A Jean Todt non bastava Michael Schumacher. Si è innamorato anche di Michelle Yeoh e ora festeggia l’Oscar come migliore attrice della moglie.
Coincidenze. Mentre in Ferrari scoppia la bufera attorno a Fred Vasseur, monsieur Todt festeggia a Hollywood come faceva sui podi del mondiale di Formula 1. Un vincente. Non c’è che dire.
Jean Todt non ha meriti nell’Oscar della sua signora, anche se ogni tanto si potrebbe anche dire che dietro ai successi di una donna c’è sempre anche un grande uomo e non solo il contrario.
Jean Todt ha avuto grandi meriti nei mondiali della Ferrari di Montezemolo. Però, visto il momento, e’ giusto ricordare gli inizi di quell’avventura che furono turbolenti almeno quanto quelli che sta vivendo ora Vasseur.
La macchina si rompeva anche più di questa Sf-23. Non era performante. La squadra era tutta da ricostruire e all’inizio anche Todt fece i suoi errori. Uscirono indiscrezioni di mezze risse in Gestione Sportiva con scrivanie ribaltate. Ricordo che un giorno a Imola durante dei test Todt comincio a non rispondere alle mie domande. Le ignorava. Poi mi spiego: ha scritto delle cose che non ho gradito. Molti hanno dopo mi ha poi detto: ho apprezzato la sua onestà e la sua coerenza.
Arrivo’ trent’anni fa esatti. Comincio a vincere dopo 6 stagioni. L’inizio fu più che difficile. Fu davvero costretto a ribaltare la squadra andando a fare shopping in Benetton ingaggiando Schumacher Ross Brawn Rory Byrne e perfino il capo meccanico Juan Villadelprat.
Anche a Torino c’era qualcuno che voleva la testa di Todt quando Schumi rompeva durante il giro di riscaldamento. Ma quella Ferrari aveva un presidente. Un presidente che non era proprietario ma si comportava come se lo fosse. Difendeva uomini e squadra. Si prendeva lui critiche e responsabilità.
Oggi in Ferrari tutto tace. In un momento in cui dovremmo sentire forte e chiaro la voce del Padrone per difendere una sua scelta (Vasseur) e proteggere un tesoro (Leclerc). Per superare questa tempesta, queste continue voci di fughe e cambiamenti, ci sarebbe bisogno di sentire le dichiarazioni di chi in fin dei conti decide.
Anche mister Oscar, Jean Todt, ebbe bisogno di essere difeso e sostenuto. Lo avessero lasciato solo non avrebbe vinto tanto. Dalla storia di impara sempre qualcosa.
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