
Ivan Capelli è sempre stato un pilota del cuore. Forse perchè il mio primo pezzo di motori l’ho scritto andando a casa sua dopo il suo successo al Gp di Montecarlo di Formula 1. Era il 1984. Mamma mia. Oggi la storia di Ivan diventa un bellissimo docufilm che da domenica troverete su Sky (prima alle 21.30 su Sky Documentari e poi su Sky Sport).
Si comincia da Maranello e si finisce a Maranello. Si comincia da quando Ivan bambino accompagna suo padre Graziano a Maranello per girare un filmato pubblicitario per Parmalat. Graziano Capelli lavorava nella pubblicità, girava spot e il piccolo Ivan spesso lo accompagnava. Sognava ancora di diventare un calciatore quando nel 1977 arrivò a Maranello e un meccanico, Ermanno Cuoghi, gli fece un regalo: “Vieni piccolo, mettiti al volante”. Gli è bastato sedersi dentro la Ferrari di Lauda per cambiare sogno. Da quel giorno Ivan non voleva più diventare calciatore, ma pilota.
E allora papà ha cominciato a lavorare per lui. A comprare un kart che in realtà non è mai partito. A ipotecare (due volte) la casa per finanziare la carriera del figlio. Papà Graziano intanto filmava tutto. I primi giri in pista, le prime gare… Un materiale incredibile che ora è stato montato benissimo diventando un docufilm allo stesso tempo tenero e emozionante.
“Ci sono momenti nella vita dove ci si ferma e si guarda indietro e la riscoperta di pellicole girate da mio padre al nostro debutto sui kart o alla prima gara hanno acceso in me il desiderio di raccontare il mio sogno di diventare pilota. È stato un viaggio incredibile che Gionata Zanetta, il regista e autore, ha colto nella sua semplicità e spontaneità – ha raccontato Ivan alla presentazione al Volvo Studio – Ho sempre interpretato il mio sport come lavoro di squadra e non è stato diverso in questa occasione con l’apporto di Claudio Moneta, mio compagno di viaggio nella narrazione o Matilde Tettamanti della casa di produzione Ginny Production che insieme a SKY Documentaries hanno reso tutto questo possibile. Volvo ha sempre fatto parte inconsapevolmente del mio percorso, perché erano gli anni 80 quando con una Polar 240 e il go-kart sul tetto andavamo in pista, o negli anni successivi con una Volvo 760 Station Wagon. Ritrovarsi ora con questo progetto rafforza il nostro legame di amicizia e di collaborazione.”
Dal bambino che sogna, ai primi giri sui kart, immagini straordinarie con papà Graziano che si inventò anche le prime camera car della storia montate suo kart e poi sulle monoposto di Formula 3. Poi l’incontro con Cesare Gariboldi, più di un manager, quasi un secondo padre. Quello con Enzo Ferrari che gli suggerì di non andare a correre in Usa. Quello con il miliardario Akira Akagi che gli cambiò la vita.
La corsa finisce con la presentazione della sua stagione ferrarista nel 1992 con Jean Alesi. Si chiuse lì perché la favola non ha avuto un lieto fine. Quella è una delle peggiori Ferrari della storia e Ivan e Jean non poterono far molto in pista. Ma il ragazzo che sognava di diventare un calciatore è diventato un pilota. E la favola, in fin dei conti, c’è tutta.