
La Formula1 torna in pista in Austria nella seconda tappa del triplete di inizio estate. Il primo round è stato tutto di Lewis Hamilton e della Mercedes. Ora, sulla pista di casa RedBull, tocca alla Ferrari cercare la rivincita.
Gli obbiettivi sono tutti su Sebastian Vettel dopo il suo pasticcio franceseLeggi qui. Su una delle rare piste dove non ha ancora vinto in carriera tocca a lui cercare la rivincita. Arriva in Austria con 14 punti da recuperare su Hamilton, esattamente il distacco che l’anno scorso prima del Gp austriaco, Lewis aveva da lui. Corsi e ricorsi prima della nona tappa stagionale.
Ha un errore da farsi perdonare. Quando capitava a Schumi, la gara dopo l’errore c’era sempre una vittoria. A cominciare dal suo primo anno in rosso quando per farsi perdonare il crash di Montecarlo, si inventò il successo a Barcellona, il suo primo con il Cavallino sul cuore. A Seb l’anno scorso dopo Singapore non capitò. anzi. Vedremo in Austria.
Hamilton (che in Austria ha vinto due anni fa) e Vettel non combatteranno su uno dei loro terreni preferiti. In carriera tra tutti e due sono stati in testa per appena 30 giri sul Red Bull Ring (25 Lewis, 5 Seb). La tradizione Mercedes però è solidissima: negli anni dell’ibrido ha vinto 4 svolte su quattro.
La RebBull, pur giocando in casa, non ha invece una grande tradizioni sulle verdi colline austriache dove è stata davanti per 5 soli giri in tutti questi anni (si è ricominciato a gareggiare a Spielberg nel 2014 dopo 10 anni di vuoto). Ma le caratteristiche tecniche e soprattutto aerodinamiche della creatura di Adrian Newey, fanno di Verstappen e Ricciardo due dei possibili vincitori domenica.
Al Ring targato RedBull la pole ha portato al successo 2 volte in 4 occasioni e allungando la storia al 1997, anno in cui si riprese a gareggiare in Austria, va detto che solo Coulthard nel 2001 riuscì a vincere scattando oltre i top 3 della qualifica (era 7°).

Pole importante, ma non decisiva per la statistica. Importantissima e decisiva nella storia di Vettel che quando scatta davanti solitamemte va a segno: gli è successo nel 57,41% dei casi, terzo dietro ad Alonso (63,64%) e Schumi (58,82%) come ha calcolato Giovanni Cortinovis sulla Gazza di oggi.
La pista austriaca è lunga 4318 metri (71 i giri) ed il tempo della pole è di poco superiore al minuto (1’04″251, la pole di Bottas 2017). E’ quasi una pista giocattolo con solo 7 frenate di cui 4 sono classificate come impegnative per i freni, 2 sono di media difficoltà e 1 light, stando all’analisi fornita da Brembo.
“La frenata più tosta è quella alla curva Castrol (curva 1): le monoposto vi arrivano a 317 km/h e in soli 1,81 secondi scendono a 144 km/h. Per riuscirci i piloti esercitano un carico di 151 kg sul pedale del freno e subiscono una decelerazione di 4,8 g. Con il freno pigiato le vetture percorrono 106 metri, circa la lunghezza del Duomo di Salisburgo”, ci raccontano i tecnici Brembo.
[…] Anche dall’Austria arrivano notizie incoraggianti. La Ferrari ha la macchina per combattere per la pole con la Mercedes (in Francia no) e la gara dello scorso anno ci insegna che partire davanti può essere decisivo (ricordate lo scatto alla Bolt di Bottas che Vettel non riuscì più a sorpassare). Le Rosse appaiono ancora più in forma in assetto gara, ma questo è un classico ormai. Stupiscono invece le difficoltà incontrate fin qui dalle RedBull che credevo potessero puntare al colpaccio sulla pista di casa. Vettel a caccia della rivincita […]