Villeneuve l’aviatore. L’omaggio Rai a Gilles vale davvero la pena

Un amico che di Villeneuve e’ innamorato al punto di aver chiamato sua figlia Gilles mi ha mandato un messaggio: mi e’ venuta la pelle d’oca. E’ questo l’effetto che fa L’aviatore, il docufilm trasmesso l’altra sera da Rai2 è recuperabile su RaiPlay cliccate qui

Se non lo avete ancora visto andate a cercarlo. Ne vale la pena. Come vale la pena vedere il ricordo di Giorgio Porra’ che trovate ancora on demand su Sky (leggi qui). Due prodotti diversi quasi complementari mi verrebbe da dire. Uno più di cronaca, racconto (quello Rai) con testimonianze straordinarie. L’altro più poetico, più sull’uomo che sulle sue gesta eroiche. Complementari appunto. E se non ne avete ancora abbastanza il libro più venduto su Amazon sezione motori.

Il docufilm di Rai Documentari “Gilles Villeneuve- L’Aviatore” dura più di due ore e ripercorre passo passo la carriera di Gilles con immagini che solo gli archivi Rai possono permettersi. Interviste dell’epoca fatte da Poltronieri, Lini, Zigliotto, Rancati. Delle vere perle. Si tratta di una coproduzione Sonne Film e K+ in collaborazione con Rai Documentari, con il sostegno della Regione Emilia-Romagna ed il supporto di Emilia-Romagna Film Commission, per la regia di Giangiacomo De Stefano che mixa benissimo il materiale d’archivio le interviste di oggi è alcune ricostruzioni fumettistiche.

La voce narrante e’ quella di Ivano Marescotti, forse la cosa meno convincente del film che ripercorre la vita del pilota canadese e racconta, attraverso interviste, materiale di repertorio e animazioni, le corse che lo hanno visto protagonista, le sue incredibili prestazioni e i retroscena ad esse collegate.

Ecco le testimonianze di Arnoux, Forghieri, Corradini, Giacobazzi padre e figlio, Renata Nosetto, Giancarlo Minardi e poi colleghi che lo hanno conosciuto bene come Ezio Zermiani, Ercole Colombo e Pino Allievi e ancora Alberto Sabbatini, ex direttore di Autosprint e figlio del Marcello che si e’ inventato la Febbre Villeneuve o lo storico presidente della Commissione Storia e Musei dell’Aci Storico Danilo Castellarin.

Su Rai2 Gilles Villeneuve, l’Aviatore martedì sera è stato visto da 828.000 spettatori pari al 4.5% di share.

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umberto zapelloni

Nel 1984 entro a il Giornale di Montanelli dove dal 1988 mi occupo essenzalmente di motori. Nel gennaio 2001 sono passato al Corriere della Sera dove poi sono diventato responsabile dello Sport e dei motori. Dal marzo 2006 all'aprile 2018 sono stato vicedirettore de La Gazzetta dello Sport

1 commento

  1. Ho visto i due servizi su Gilles. Toccante ma forse un pò troppo sul pilota quello della RAI, più sull’uomo anche se con divagazioni che non aggiungono nulla al personaggio Gilles, quello di Sky, dove non ci si dimentica di intervistare la moglie ed il figlio; strano che il giornalista RAI non abbia sentito la necessità di riportare le impressioni di chi lo conosceva anche al di fuori dei circuiti di gara. Non c’entra molto la storia di Nuvolari e di Lauda.
    Per quanto paragonare piloti di epoca diversa è sempre difficile (sarebbe già difficile farlo per piloti della medesima epoca) trovo molto azzardato dire che Leclerc ricorda Gilles. il canadese pur partecipando a soli 68 GP ha scritto un’epoca, ha lasciato un ricordo indelebile. In Spagna con una macchina inferiore ha tenuto a bada cinque grandi piloti. Lei dice che Charles ha spinto spesso l’auto oltre al limite, ma non con la medesima capacità di Gilles. Ha corso quasi venti GP più di Gilles ma ha raccolto meno di lui. Di incidenti Gilles ne ha avuti parecchi ma quasi sempre per la sua esuberanza e quasi sempre era lui a sopportarne le conseguenze. Era deciso, ma corretto. Charles con Vettel si è toccato, forse anche per esuberanza, ma la peggio l’ha avuta il tedesco.
    Non vedo in Charles un nuovo Gilles. Sei anni in rosso per Gilles, con meno GP a disposizione, hanno fatto di lui leggenda; quattro anni in rosso per Charles e più GP a disposizione non ci hanno ancora mostrato un campione.

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