#Fiat 500, nata il 4 luglio… aspettando l’elettrica

La Fiat 500 è nata il 4 luglio 1957. Compie 62 anni e resta una vera icona di stile, eleganza, fruibilità. Ma ha fretta di avere una sorellina elettrica…

La prima 500 è quella del 1957. L’auto della mamma. Quella con cui mi accompagnava a scuola papà. Sono gli anni Sessanta (sì, non sono più un ragazzino). Ricordo la fatica per accenderla, la doppietta per farla cantare. La gioia di noi bambini che ci affollavamo là dietro dove oggi a fatica si siederebbe un cane.

L’ultima 500 è quella nata in riva al Po in una caldissima notte del 2007 con l’Italia diventata campione del Mondo di calcio un anno prima e la Fiat che stava ancora cercando di ritrovare se stessa.

Quella fu una notte pirotecnica, un’altra notte dell’orgoglio torinese come quelle di un anno prima con le Olimpiadi invernali che avevano cambiato il volto e l’umore della città. Torino aveva scoperto un’allegria sconosciuta e quella notte con la nuova 500 che emergeva dalle acque del Po diede un’altra botta di vita.

Non era più la Fiat di Agnelli e non era ancora la Fiat di Marchionne anche se Sergio era già al fianco di Montezemolo allora presidente e insieme posavano per le foto accanto a Romano Prodi sul tetto del Lingotto. Un’altra epoca. Un’altra Fiat (non ancora Fca). Sembra passato un secolo.

Ma da lì, da quell’idea caldeggiata da Lapo, orchestrata dal giovane Luca De Meo e realizzata da quella che poi non diventà mai Fabbrica Italia, nasce la Fiat del futuro che è diventata Fca, ha fatto i soldi grazie a Jeep e oggi è alla disperata ricerca di un matrimonio. D’interesse più che d’amore.

La 500 resta un simbolo. E insieme alla Panda l’unica Fiat a fare numeri. Oggi tiene famiglia (con la 500L la 500X) e soprattutto aspetta la figlia della svolta elettrica. Arriverà perchè non esiste auto che possa adeguarsi meglio alle batterie. Ma riuscirà a dare un senso al futuro della Fiat?

E’ questa la domanda di oggi, giorno del compleanno di un’icona italiana…

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umberto zapelloni

Nel 1984 entro a il Giornale di Montanelli dove dal 1988 mi occupo essenzalmente di motori. Nel gennaio 2001 sono passato al Corriere della Sera dove poi sono diventato responsabile dello Sport e dei motori. Dal marzo 2006 all'aprile 2018 sono stato vicedirettore de La Gazzetta dello Sport

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