Se in Italia si sogna una stagione finalmente in rosso Ferrari che si dice in Inghilterra? Grazie a www.loslalom.it ecco una mini rassegna internazionale tra Telegraph e Times, oltre a Corriere e Gazzetta, unici quotidiani italiani ad aver dedicato spazio alla F1 oggi.
Secondo Luke Slater, che ne ha scritto sul Telegraph, nel tempo ci siamo abituati a scuderie e piloti timidi nei test pre-stagionali, ma i nuovi regolamenti per il 2022 hanno portato la tendenza a nascondersi a un altro livello.
“Le cose vanno davvero così male per i campioni in carica? Hamilton vuole farci sapere che crede abbastanza nelle loro possibilità. Visto che proviene dalla squadra che domina questo sport dal 2014, è un’affermazione audace, soprattutto perché Hamilton di solito esalta l’eccellenza della sua squadra appena può. L’affermazione secondo cui la Mercedes non gareggerà per la vittoria, dovrebbe essere trattata con un certo scetticismo, come quasi tutto ciò che è stato pronunciato pubblicamente da qualsiasi membro di ogni team nelle ultime due settimane. Eppure si tratta di un’affermazione che mostra come non tutto sia andato secondo i piani per la squadra di Toto Wolff. Una grande quantità di dubbi si sono aggiunti al vero ordine gerarchico della F1 2022. Le opinioni di Hamilton riflettono questa incertezza”.



Il Telegraph ricorda che la Mercedes è andata in una direzione concettuale diversa rispetto a Ferrari, Red Bull e McLaren. “Sarebbe una sorpresa – leggiamo – ma c’è la possibilità che il pessimismo di Hamilton sia genuino e fondato. Se la Mercedes ha cercato di mascherare la sua vera velocità in Bahrain, allora ha fatto un lavoro fantastico. Il suo miglior tempo nei test è stato di oltre un secondo più lento del record di Max Verstappen. Nessuna squadra può aver guidato in condizioni vicine a quelle del GP o vicine all’assetto di qualificazione, ma la Mercedes è visibilmente nella posizione più rocambolesca. Il “porpoising” aerodinamico – cioè l’oscillazione delle sospensioni ad alta velocità sui rettilinei – sono un problema per quasi tutti, ma più pronunciato per la Mercedes”.
Il Telegraph si domanda: “Se la più veloce non sarà la Mercedes, allora chi?”.
Risposta: “È difficile pensare che la McLaren sarà in testa, a prescindere da ciò che dice Hamilton. Dopo un test regolare in Spagna, in Bahrain ha incontrato molti. Un surriscaldamento ai freni ha limitato la sua corsa e Daniel Ricciardo ha saltato l’intera sessione a causa del covid. La Ferrari ha svolto i test più fluidi – scrive il Telegraph – e senza i problemi di altre squadre, sebbene si stiano sforzando di smorzare qualsiasi ottimismo o clamore intorno alla F1-75. Ci si aspetta che faccia un grande passo avanti nel 2022 dopo essere arrivata terza nel 2021. La Red Bull era stata nella mediocrità fino all’ultimo giorno, il giro più veloce di Verstappen negli ultimi 10 minuti ha lasciato la scuderia raggiante”.
Anche un anno fa, ricorda il Telegraph, uscimmo dai test con l’idea di una Mercedes ridimensionata. “Sembravano vulnerabili, con una macchina ombrosa e imprevedibile. La Red Bull era favorita. Eppure è stato Hamilton a vincere il primo GP in Bahrain dopo una titanica bagarre con Verstappen. E così siamo andati avanti per il resto della stagione. La Ferrari ha avuto pre-stagioni in cui sembrava la più forte del mondo, ma questa supremazia non si è mai concretizzata: la Mercedes spazzava via tutti gli avversari. Se adesso la Mercedes ha problemi, non aspettatevi che durino così a lungo. Ci vorrà più di un test deludente per toglierli di mezzo”.
Il mio parere
La Mercedes oggi è in difficoltà, ma vedrete che entro un paio di gare sarà ancora là davanti…..
In Italia, Daniele Sparisci sul Corriere della sera considera che “ci vorranno almeno tre-quattro gare per capire chi ha preso la direzione giusta nell’interpretare il regolamento, chi avrà la macchina migliore. Sarà una sfida di dettagli nella quale il fattore umano conterà più del solito. Chi riuscirà a domare più in fretta le bizzose monoposto a effetto suolo, soprattutto in qualifica, potrebbe guadagnare subito posizioni importanti. Russell, 24 anni, è arrivato con la fama di predestinato, dal confronto con Lewis Hamilton usciranno tante verità. Sulla stoffa del ragazzo, soprattutto, e sulla fame infinita del Re della F1. Russell obbedirà agli ordini, ma non sarà chino come Bottas. È un duo potenzialmente esplosivo”.
Mario Salvini, sulla Gazzetta dello sport, ha scritto stamattina che è inverosimile definire in difficoltà la squadra che ha vinto gli ultimi otto campionati costruttori di fila. “Tanto più che Toto Wolff, Lewis Hamilton & C. sono sempre stati abili nel confondere gli avversari. I ferraristi in questo senso mettono in guardia se stessi e tutti, facendo riferimento a dati GPS secondo i quali il motore della Mercedes i cavalli li avrebbe, come al solito. Ma che lo stesso Hamilton e il suo nuovo compagno George Russell siano stati visti rimbalzare in modo inquietante all’interno della loro W13 è un dato di fatto. A Brackley hanno osato, con un progetto estremo: le ali, il discusso supporto degli specchietti, la linea snellissima danno alla W13 una fisionomia atipica e probabilmente richiedono tempi più lunghi per l’adattamento”.
Secondo Gianluca Gasperini sempre sulla Gazzetta, “sembra ci siano ancora molti dettagli da sistemare. È sufficiente per poter dire che le gerarchie sono cambiate? Non proprio. La squadra di Lewis Hamilton e George Russell ci ha abituato, in passato, a recuperi impressionanti. Ma tutto lascia presagire che Max Verstappen, iridato in carica, riparta in questo 2022 con i favori del pronostico”.
“Le condizioni di guida sono cambiate profondamente. Ogni pilota di F1 ha a che fare oggi con macchine che richiedono un adattamento specifico. Charles Leclerc l’ha spiegato piuttosto bene: le monoposto sono più rigide, più capricciose, più pesanti. Il che comporta una ricerca complessa del punto estremo di frenata e uno stile che permetta di rilanciarsi in uscita di curva, dato il peso, appunto, più elevato. … Penso a Lewis Hamilton, a Fernando Alonso e forse anche a Carlos Sainz che ha guidato macchine simili a queste quando era ragazzo. Piloti che in carriera hanno portato monoposto diverse tra loro e sono stati costretti ad adattarsi a condizioni differenti. Un giovane, invece, rischia di trovarsi in difficoltà, soprattutto all’inizio, cercando di dominare macchine sovrasterzanti, molto reattive, che «scivolano» in orizzontale, un comportamento che il simulatore non accetta”.
jean alesi
Sul Times David Walsh racconta dell’incontro avuto da Toto Wolff, il gran capo della Mercedes, con gli studenti della Harvard Business School. Una lezione con domande e risposta sul significato di buona leadership nello sport. Wolff si è presentato senza giacca e con le maniche della camicia arrotolate sui polsini. Così ora di un leader conosciamo almeno il look che deve essere alla moda. Si è diretto verso una delle lavagne su cui c’era scritto “sette titoli consecutivi” e ha usato una parola, tutto serioso, per indicare il primo requisito di un buon manager. Umiltà. Ha impugnato il gesso, ha tracciato una X sul sette e ha scritto otto. Risate.
Nell’intervista al Times ha raccontato del cancro al cervello di suo padre, dei nonni che si fecero carico delle tasse scolastiche, dei continui incoraggiamenti a diventare autosufficiente.
Il Times racconta poi come la sua relazione inizialmente tesa con Hamilton sia cambiata.
«Ci siamo incontrati alla festa di Natale nella mia casa nell’Oxfordshire, con riluttanza. Gli dissi che dovevamo decidere se lavorare insieme o no: Tu vuoi vincere come pilota, io voglio vincere come squadra. A volte le nostre diverse agende ci porteranno ad avere dei conflitti. Dobbiamo decidere se possiamo far fronte a questa situazione. Eravamo nella mia cucina. Gli dissi che anche tra me se Susie potevamo avere dei disaccordi su qualcosa, ma non mi sarebbe mai venuto in mente di divorziare. A Susie non piacque molto questa analogia, Ed è lo stesso con te Lewis, gli dissi. Non voglio il divorzio. Sei il miglior pilota. Ti voglio nella nostra macchina e vogliamo fornirti l’auto migliore. Cominciammo la discussione che eravamo ai ferri corti, dopo quattro o cinque ore in cucina, ci siamo trovati su un piano completamente diverso. Un rapporto puramente commerciale era diventato un rapporto personale. Ora è un amico. Non significa che non discutiamo più, ma il successo di Lewis è il successo della squadra e il successo della squadra è il successo di Lewis».
Cosa Wolff pensa dello stato attuale della macchina è un modo per tornare a mettere i piedi sul tavolo. Con il primo GP della nuova stagione alle porte, il capo della Mercedes parla ancora dell’ultimo della scorsa. «Non può succedere niente di peggio di Abu Dhabi. Se vinciamo, ci divertiremo. Se perdiamo, recupereremo. Perché questa squadra ha già recuperato da Abu Dhabi e se siamo riusciti a riemergere da quello, allora possiamo risalire da qualsiasi cosa».
Wolff ha accennato pure al percorso fatto per uscire dalla depressione: «Vado da uno psichiatra dal 2004, penso di aver avuto più di 500 ore di terapia. Ho sofferto, ogni tanto soffro ancora. Chiedere aiuto è un modo per superare i problemi, mi ha aiutato ad accedere a un potenziale non sfruttato. Non ho mai avuto problemi con le critiche. Alcune delle persone di maggior successo sono molto, molto sensibili a esse. Molto, molto sensibili significa diventare molto, molto vulnerabili. Senza entrare troppo nei dettagli, sentirsi depressi, sentirsi inadeguati: tutto dipende da come ti percepisci. Simone Biles e Naomi Osaka meritano molto rispetto per come ne hanno parlato».